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Un’Aquila senza barriere architettoniche - 12/07/2017

Una città inclusiva anche per i disabili: questo il tema dell'incontro "Pianificazione partecipata per una città che cura", svoltosi ieri nella Piazza della Partecipazione all'interno del Parco del Castello.

Della disabilità spesso non si tiene conto nei processi di pianificazione urbana: il presidente dell’associazione "180 Amici" Alessandro Sirolli nell'introduzione ha raccontato la sua esperienza nel campo della disabilità mentale ed il lavoro svolto nei campi tenda durante l’emergenza post-sismica. Ha quindi esposto la visione di una città ricostruita senza barriere architettoniche, con ascensori che facilitino ai disabili gli spostamenti all’interno del centro urbano, caratterizzato da vari dislivelli.

Gianvito Pappalepore, presidente dell’associazione Abitare Insieme, che gestisce un centro diurno per persone con disabilità, ha condiviso il percorso di approvazione e finanziamento di una struttura edilizia di accoglienza. Una struttura che possa rappresentare un punto di riferimento per i disabili che non trovano più nella famiglia – per la morte o l’indisponibilità dei genitori – il soddisfacimento delle loro necessità di cura continua.

L’architetto e dirigente del Comune Enrica De Paulis e l’architetto Valeria Baglione hanno illustrato gli aspetti più tecnici del progetto: la struttura verrà costruita in centro a forma di grande cubo con una parte esterna alberata aperta ad eventi serali, come concerti, conferenze e riunioni.

All’incontro è intervenuto anche il nuovo assessore comunale per le politiche sociali Francesco Bignotti che ha apprezzato il progetto e si è impegnato a portarlo avanti in ascolto di cittadini e associazioni.

Dopo interventi di cittadini e di rappresentanti di associazioni presenti all’incontro, l’evento si è concluso con le parole di Sirolli che ha preferito non trarre le conclusioni ritenendo che l’incontro sia stato l'inizio di un laboratorio da continuare in futuro per sviluppare sempre più l’idea di una città partecipata da tutti, anche e soprattutto dalle persone più fragili.

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